Metto le mani avanti: non penso di essere migliore o superiore, soltanto… Poco frequente.
Mi affeziono raramente poiché, perché questo avvenga, è necessario che nutra una profonda stima nei confronti del soggetto in questione e la stima sorge unicamente nel caso in cui si tratti di una persona dalla cultura ampia e dell’intelligenza brillante.
La maggioranza non rientra in questi canoni.
Per carità: anch’io ho voluto bene a persone che non considero particolarmente dotte e/o intelligenti, ma si è sempre trattato di una scappatoia mentale dovuta a lunghissimi periodi di solitudine, privi di amicizie e affetti.
Da sempre, da quando esisto, le persone mi voglio e mi cercano: dai tempi della scuola, poi tramutatisi in contesti lavorativi.
“Sei un mito.”, “Sei saggia.”, “Mi piace sentirti parlare!”. Sì, grazie, ma a me non piace sentir parlare voi, le vostre banalità, le vostre fesserie, i vostri ragionamenti da asilo infantile.
Ho un quoziente intellettivo troppo elevato per poter essere felice.
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