Era il periodo delle superiori, il quinto anno. Ne avevo già persi 2. Andavo ormai per i 20 anni e rischiavo seriamente di non essere ammesso agli esami.
Colpa di Vito, che durante il periodo natalizio la sua Fiat Regata diventava il punto di riferimento del quartiere, per l’enorme quantità e varietà di fuochi d’artificio proibiti provenienti dal Libano (così diceva lui). Sistemando il suo garage ritrovò degli invenduti, in particolare delle bombe carta molto potenti, che regalò a noi ragazzi autoctoni della zona.
Era primavera inoltrata ed io, grazie alla mia veneranda età, andavo a scuola in auto, una Lancia Delta marrone. La parcheggiavo al parcheggio della scuola, riservato ai prof, ma io ero abbastanza incurante delle regole, per cui rubavo sempre il posto a qualcuno. La cosa dava molto fastidio al mio prof di Impianti elettrici, l’ingegnere D.V., che una volta, durante uno dei suoi sermoni, mi attaccò violentemente davanti a tutta la classe, chiamandomi “subumano buono solo a votare quella faccia da cazzo di Berlusconi”.
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