2002. Avevo 20 anni.
Bologna, casa di amici, tutti universitari.
All’epoca su Mtv c’era una fortunatissima e seguitissima trasmissione, Loveline, i più di voi se la ricordano sicuro, condotta dalla mitica Camila Raznovic.
Per chi non se la ricorda, una trasmissione a tema sesso, sentimenti, sessuologia, rivolto per lo più ai giovani.
Ebbene, con gli amici avemmo l’idea di chiamarli per prenotare un intervento in trasmissione.
Scopriamo che per intervenire in diretta dovevi dire a grandi linee chi eri e per quale argomento ti sarebbe piaciuto intervenire.
Uno di noi telefona e dice, in modo totalmente random, di voler parlare di manga. I fumetti manga.
Ok, le faremo sapere, nel caso la ricontattiamo prima di una delle prossime puntate per il suo intervento che, in quanto in diretta, deve essere concordato.
Benissimo.
Ci dimentichiamo della cosa pensando ma figurati se richiamano.
La settimana dopo, un giorno prima della trasmissione, richiamano.
Il tizio che aveva telefonato conferma l’argomento manga, e non gli viene chiesto granché riguardo il suo intervento.
Gli viene però detto che era stato ricontattato perché, guarda caso, nella puntata dell’indomani sarebbe andato ospite un famoso disegnatore manga italiano, il cui nome non mi sovviene, perdonatemi.
La cosa iniziava a farsi interessante.
Pianifichiamo lo scherzo.
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