Autodenuncia smemorina.
Riesco a ricordare un minuscolo particolare di una serata del 2001, snocciolando alla perfezione come fossero vestite le persone coinvolte, ma mai e poi mai sarò in grado di ricordare una faccia. La mia vita è tutta un:
– “Ciao Alessandra!”
– “Eehi, mitico! Come andiamo? (ma chist’ chi è?)
Seguono mie domande vaghe per tentare di risalire all’identità del mio interlocutore con discrezione. Talvolta riesco, altre volte rimango col dubbio pur non lasciando trasparire niente, mentre mi vergogno come una ladra.
Per ragioni di studio ho vissuto in diverse città. Circa tre anni fa conosco un gruppo di persone attraverso una passione in comune. Pratichiamo insieme, ci troviamo bene, ci cerchiamo sui social e stringo in particolar modo con una coppia.
Uno dei due membri della coppia mi commenta spesso le stories, gli rispondo, tutto nella norma direte voi.
Qui viene il bello.
Fino a Giugno nessun problema, dopodiché il mio cervello si fulmina. Probabilmente la persona in questione cambia nickname e foto, perché da un giorno all’altro non associo più il nome alla faccia. Continuo a ricevere sue risposte alle stories, risposte decisamente colloquiali, e sempre di più mi domando “ma chist’ chi è”.
Arriva il momento in cui una sua risposta fa riferimento allo sport che praticavamo insieme, e mi salvo in calcio d’angolo grazie al fatto che mi manda una foto in cui finalmente riconosco la persona con cui sto parlando, perché stavo per chiedere “Maddaaaai, anche tu con questa passione?”.
Figura di M scampata, ma so che prima o poi verrò castigata.
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