Tanti anni fa.
Villaggio estivo in Calabria.
I ragazzi dell’animazione (veramente bravi) ci convincono a provare la pallanuoto: “Dai, vi organizziamo un mini torneo 4vs4 nella piscina piccola, dai che vi divertite!”.
Un po’ titubanti ma accettiamo.
Ci presentiamo alla sfida e scopriamo che gli sfidanti sono 4 ragazzini di 15/16 anni (noi passavamo abbondantemente i 20) e cominciamo a fare i gradassi: “Dai poppanti che vi affoghiamo …. Ma non vi siete portati i braccioli e le ciambelle? V’arrendete?” e via cazzeggiando.
La partita (suddivisa in 4 mini tempi da 5 minuti) inizia e passiamo in vantaggio grazie ad una mia discesa in fascia con cross al centro e bel gol della “boa”.
Da li in poi… il dramma!!
Tutta la mia squadra comincia ad accusare problemi di fiato e di stanchezza (minchia che faticata stare a galla solo con le gambe) e litighiamo per stare in porta (dove c’era la possibilità di appendersi con la nuca al bordo della piscina).
Si susseguono scene fantozziane: uno aggrappato al bordo che pretende di giocare da li, un altro che porta la palla avanti con la testa perché deve usare le mani per tenersi a galla, bevute in abbondanza e richieste di time out continue.
Alla fine del secondo tempo perdiamo 5 a 1 e all’inizio del terzo ci arrendiamo e mestamente abbandoniamo il campo di gara tra i sorrisini degli avversari che non avevano neanche il fiatone.
La sera venimmo a sapere che i “ragazzini” facevano parte di una società di pallanuoto napoletana.
Comunque la figura di merda fece il giro del villaggio e dovemmo lavare l’onta vincendo il torneo di calcetto.
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