Agosto 2020, prometto ai nipotini di 5 e 7 anni di portarli al mare l’indomani mattina. La sera prima esco per un drink con amici, niente di impegnativo, “tanto ne prendo uno o due al massimo“, mi dico.

Inutile raccontarvi come i miei piani siano stati stravolti. Ma avevo una promessa da mantenere e una missione da compiere.

Con due ore di sonno e l’hangover che fa a pugni con il mio stomaco e la mia coscienza, mi metto in macchina per raggiungerli, “Tanto mi riposo in spiaggia” mi dico.

Arriviamo sul posto: tutto sommato non sto così male, un attimo dopo siamo già in acqua.

Intorno a noi è un tripudio di genitori e bimbi, i miei nipotini inconsapevoli mi schizzano l’acqua e mi sballottano contendendosi la mia attenzione.

“Zia, giochiamo allo squalo”.

La zia non si sente molto bene, datemi un minuto.

In un attimo, il disastro.

Io in piedi, in acqua, che vomito tra gli sguardi impietriti dei miei nipotini innocenti, e non solo loro. Per la prima volta sono riuscita a zittirli.

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