Dimenticai l’accaduto finché, tre mesi più tardi, sentii i miei genitori urlare dalla sala: 300 euro in più erano stati addebitati alla nostra bolletta per un abbonamento.
I miei genitori allora, infuriatissimi, pensarono che qualcuno avesse rubato la password del nostro Wi-Fi per acquistare contenuti, e procedettero alla denuncia contro ignoti alla polizia postale.
La polizia indagò e si accorse che numero inserito, difatti, apparteneva a una signora anziana di un’altra regione, quindi non era il nostro.
E niente… la compagnia telefonica accertatasi che il numero non fosse di nostra proprietà procedette al rimborso, e cambiammo operatore e password del Wi-Fi.
Ad oggi, i miei genitori sono ancora all’oscuro della vicenda e continuano a raccontare di ‘quella volta che siamo stati hackerati’
Scusate mamma e papà