L’altro un incubo al cubo!
Già a casa abbiamo ingaggiato una battaglia d’astuzia per infilarlo nel trasportino, una sorta di sacca morbida chiusa da cerniere. Il gatto più furbo di una faina, apre le cerniere con le unghie.
Sigillo le cerniere con le fascette.
Entro in taxi con mio figlio e i due trasportini, il gatto piange e miagola fortissimo fino all’aeroporto, tanto che il tassista era disposto a pagare lui noi, affinché scendessimo prima, per risparmiargli questo strazio!
Ai controlli il gatto sembra rassegnarsi.
Saliamo sul primo aereo, perché ovviamente non esiste un volo diretto che accetti animali, quindi abbiamo dovuto fare scalo.
In fase di decollo il gatto riprende il miagolio straziante, l’aereo comincia la discesa, questa manovra terrorizza ulteriormente il gatto che vomita e se la fa letteralmente sotto per la paura. Una zaffata terribile di puzzo investe la cabina, mio figlio si sente male e mi vomita sulle mani.
A quel punto neanch’io ero messa benissimo, ma cerco di darmi un contegno!
Praticamente ci scaraventano fuori dall’aereo appena aprono la porta (meglio dello speedy boarding!)
In attesa del volo successivo, cerco il bagno per sistemarci; il gatto dentro il trasportino è un gomitolo infeltrito di vomito ed escrementi; puzza più di un bagno chimico durante il concerto degli Iron Maiden!
Come se non bastasse oramai è in stato Defecon 1, impossibile tentare di calmarlo!
Con un incredibile faccia di culo mi metto in fila per l’imbarco; fila davanti poi il vuoto… noi…. ancora vuoto, il resto della fila. (Nessuno resiste a starci vicino!)
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