Lui non era un tipo paziente, proprio no, e mi strattonò la cotta strappandola. Non ci vidi più: gli saltai addosso e cominciai a menare cazzotti, calci, e poi siccome era più grosso e aveva cominciato a gonfiarmi come una zampogna, anche graffi, morsi e tutto il vastissimo repertorio del combattimento da strada. Davanti alla platea dei fedeli, che non erano stati messi al corrente dell’incontro di wrestling che li avrebbe intrattenuti mentre aspettavano di mondarsi lo spirito. Tra urla, spintoni e bestemmie, per qualche interminabile istante ci aggrovigliammo come due gatti randagi, prima che quelli delle prime file facessero in tempo a raggiungerci e a separarci, mentre noi continuavamo a sputarci addosso. Uscì il prete, si incazzò come una biscia, per poco non si mise a bestemmiare anche lui. Ci portò in sagrestia tenendoci per un orecchio, uno per mano, e una volta dentro ci fece un cazziatone tonante che deve essere arrivato pure alle orecchie di San Pietro. Io me ne stavo mogio mogio senza manco ascoltare, mentre aspettavo l’inevitabile scapaccione; finché, non so come, le mie orecchie colsero le seguenti parole: “Proprio tu, Maurizio! E io che avevo riposto tante speranze in te!”. E mi fu tutto chiaro: Porcoggiuda (pensai altro, ma vabbè, ve lo risparmio), il don mi vuole fare prete!
Mi tolsi al volo la tonaca e la cotta, imboccai come un lampo la porta della sagrestia, sbucai in chiesa proprio in mezzo a tutta quella gente che ancora aspettava la messa e scappai come un furetto. In sagrestia non ci entrai mai più, la mia carriera nelle gerarchie ecclesiastiche si concluse bruscamente quel giorno. Ovviamente ci furono degli strascichi: la convocazione dei genitori, innanzitutto; mio padre, stalinista, se la rideva mentre il prete gli raccontava la malefatta, ma alla fin fine erano amici e don Lorenzo non si aspettava granché da lui; mia madre, però, non la prese bene per niente e mi diede una megapunizione sotto forma di embargo fumettistico (i fumetti erano l’unico mio altro passatempo, oltre alla militanza tra i soldati di Dio: venuti a mancare insieme, fu un’estate terribile).