Prima di acquistare casa, vivevamo al primo piano di un condominio in affitto. Al terzo piano abitava una signora decisamente grassa che mi diceva sempre che ero cattiva, brutta e che mi avrebbe sciolto l’ombelico così mi sgonfiavo e morivo. Mi aveva terrorizzata con questo fatto dell’ombelico e la cosa era così evidente che anche la figlia ci aveva preso gusto e mi ripeteva sempre che mi avrebbero sciolto l’ombelico. Una sera di fine Novembre, dopo l’ennesimo cazziatone della cicciona, andai a casa e presi tutti i pennarelli che avevo. Impiegai ore a disegnare sul muro della scala: dal terzo piano fino al portoncino d’ingresso al piano terra. Quando non ebbi più neanche una goccia di colore, andai a guardare la televisione.
Dopo un po’ sentì urlare e la porta di casa che si apriva. Parole… Ma io guardavo la TV: ero certa di aver fatto centro. Il messaggio era stato recepito.
Passa poco. Mamma entra e mi dice: “ma tu stai bene? È normale quello che fai?”.
C’era l’atmosfera del Natale.
E io avevo disegnato sulle scale al terzo piano un grandissimo albero con tante palline colorate e i regali e le lucine e una bruttissima cicciona a terra, uccisa da un mega coltello che stava lì di fianco, disegnato ancora tutto insanguinato e una pozza di sangue che dalla cicciona scendeva giù per le scale: al secondo, al primo, al piano terra… litri di colore. Rosso.
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