Mi autodenuncio. Sono un’infermiera presso una struttura privata, con un nucleo psichiatrico.

Ci sono delle regole ben precise e i pazienti, se le rispettano, hanno accesso a sigarette, dolcini e caffè (con orari e quantitativi stabiliti dallo psichiatra). Nel caso in cui non le rispettino, queste concessioni gli vengono negate.

Fra le regole, ovviamente, vi è il rispetto dei luoghi comuni, anche a livello igienico, per cui sono vietati clamorosi rutti e peti.

Ed è proprio lì, durante il turno del pomeriggio e dopo aver pranzato con la caponata della nonna, che in pieno giro di terapia proprio non riesco a trattenere una scorreggia spaziale, silenziosa ma letale.

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