Quel bastardo del prof umiliò letteralmente A., vomitandogli addosso le peggiori cose sul figlio, cioè me. A. incassava mortificato, si girò verso di me e mi guardò male. Essendo una persona colta, si barcamenava con un italiano perfetto tra scuse sentite ed alcuni versi del Purgatorio di Dante, lasciando di sasso prof, compagni e me stesso.

Il prof, ad un certo punto, si rivolse verso di me dicendomi di non capire come, con un padre del genere, fossi così maleducato. Io gongolavo letteralmente, li avevo fregati ancora una volta. Fu una mezz’ora intensa, degna di un dramma del secolo scorso. Quando A. andò via, venne da me, prese la mia testa tra le sue mani e disse, davanti a tutti: “figlio mio, ti auguro di non subire mai un’umiliazione del genere”… ed andò via. Una scena epica. L’ora di impianti continuò con il sermone del prof sui genitori troppo spesso vittime dei figli come me. Fui ammesso all’esame e finalmente riuscii a diplomarmi. Indimenticabile.

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