Da premettere che lavoro come insegnante in Polonia. Non so se conoscete l’app “Geocaching”, che funziona come una specie di caccia al tesoro, in cui questi contenitori, detti appunto “cache”, vengono nascosti in giro per il globo e gli utenti devono scovarli attraverso le mappe.
Vabbé, inutile dire che il mio spirito peregrino e avventuroso si è letteralmente innamorato, a dispetto della mia età non più giovanissima, motivo per cui ogni tanto vado in giro a cercare caches, approfittandone per fare passeggiate in città o nei boschi.
Oggi ne avevo appena trovata una difficilissima, nascosta sotto il tronco di un albero in una foresta. Me ne tornavo baldanzoso verso la civiltà, quando vedo tre undicenni procedere spediti verso di me. Lo so che sembra una scena stile “It” o “I Goonies”, ma la Polonia è un Paese molto verde e scene del genere sono all’ordine del giorno. Guardo questi bambini avanzare e noto il telefono nelle loro mani e il loro battibecco sulla direzione da prendere, segno che stessero cercando la medesima cache.

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