Mi autodenuncio
Questa è la storia di come ho sviluppato la mia ‘fobia delle mele’.
Da bambina i miei genitori mi iscrissero in un asilo gestito da suore siccome era molto vicino a casa.
Ogni giorno, alle 10 in punto, arrivava lo ‘spuntino di metà mattina’, degno della peggiore caserma, costituito per tutti i bambini senza eccezioni da mezzo pezzo di pane raffermo e una mela, ogni singolo giorno.
Come fossimo in prigione, chi non finiva la mela non avrebbe potuto fare l’intervallo di metà mattina della durata di un’ora, e avrebbe passato il tempo in un angolo in punizione.
Io, che non amavo le mele e faticavo a farmele andar giù, cercai per i primi tempi di sforzarmi a mangiare. Più passava il tempo però, più la mia avversione per le mele aumentava, e mi arresi velocemente al mio destino, tentando alcuni giorni di buttare la mela nel cestino di nascosto.
Le suore, vedendomi sempre rifiutare la mela o peggio scoprendomi a buttarla, iniziarono a fare cose disdicevoli tipo tapparmi il naso con la mano affinché io dovessi aprire la bocca per respirare, così che loro potessero infilarmi la mela a forza.
A quel punto io ho iniziato a manifestare segni di disagio anche a casa, ma oltre a questo ho escogitato mille strategie più una per liberarmi della mela:
– mi nascondevo la mela sminuzzata nel taschino del grembiule
– tenevo la mela in bocca TUTTO IL GIORNO ( non scherzo ) fino a che poi potevo uscire dall’asilo e sputarla
– nascondevo la mela sminuzzata nelle scarpe e nei calzini
– una volta apparentemente sono stata trovata con mezza mela nei pantaloni
Ancora vado fiera della più ingegnosa delle mie strategie: c’era un cesto di pane non finito in classe, che tenevamo per riciclarlo in altri modi. Io scavavo una piccola porticina nella crosta del pane per poi rimuovere la mollica e inserire al suo posto pezzi di mela sminuzzata.
Dopo qualche mese che trovava mele ovunque e dopo aver notato il mio crescente malessere, mio padre mi parló e io confessai cosa stava succedendo all’asilo. Andò immediatamente dalle suore veramente infuriato. Non so cosa mio padre disse loro, ma so che da allora non provarono mai più a darmi la mela.
Oggi sono cresciuta, ma non ho mai più mangiato una mela da allora: ho ancora i brividi quando ne sento l’odore. 🥶
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