In Valchiavenna é tradizione il 14 agosto accendere un bel falò propiziatorio. Grandi cumuli di legna dei vicini boschi si accumulano in un’enorme pira alla quale si dà fuoco appena cala il buio.
Il giovane scrivente 12 enne o giù di lì in preda ad un’eccitazione quasi orgiastica, mentre danza e canta con gli amichetti intorno alle fiamme, nota un grosso rospo saltellante in preda al panico tra i suoi piedi.
Lo raccoglie con amore e attenzione, lo mostra agli astanti e lo butta tra le fiamme con un lancio preciso e cinico.
Il silenzio dello stupore dei partecipanti è interrotto dallo schioppo della mano del padre che cala con sdegno e violenza sul capoccione di uno stupido me di una 30ina di anni fa.
Ancora si narra, in Valle, di quel rospo arrostito senza alcuna colpa che ancora pare volare sopra le scintille di ogni piccolo fuoco acceso…
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