Anno 2021. Periodo di benedizione delle case da parte della Parrocchia.

Era un periodo per me stressante lavorativamente: pur lavorando da casa in smart working avevo delle scadenze da rispettare e finivo per lavorare a tutte le ore, fine settimana compresi (tranquilli, per questa cosa ho avuto una promozione perciò ne è valsa la pena almeno economicamente).

Ricevo un avviso della parrocchia che sarebbero passati a benedire la casa prima delle festività natalizie ma cestino pensando di non aprire neanche. Passano i giorni e il disastro in casa aumenta, figli e marito contribuiscono ad accrescere il disordine senza neanche curarsene. Io lavoro lavoro lavoro e faccio in casa il minimo indispensabile per non farci sommergere.

Premetto che anni fa svolgevo volontariato in parrocchia, perciò ero conosciuta da parroco e diacono. Una bella sera suona al campanello mio padre… gli apro senza guardare dal videocitofono e mi trovo mio padre con a fianco il diacono davanti alla porta.

“Guarda chi c’è che è venuto a benedire la casa! Vi lascio!”, e si dilegua nella nebbia serale. Imbarazzo… dall’entrata già si vede il tavolo della sala su cui avevo montagne di panni da piegare con in cima i miei mutandoni e reggiseni taglia 5. La casa che sembrava post tornado.