Avrò avuto circa 30 anni.
Ad un corso in palestra mi ero procurata uno stiramento al polpaccio. Dopo un periodo di riposo a casa, vado in ospedale per un controllo. Entro, il medico mi fa sedere e mi tiro su il jeans dal lato dello stiramento.
Il medico si gira e mi fa: no, no meglio se toglie tutto il jeans (in effetti mannaggia a me era un po’ stretto e faticava a salire).
Io dico: “Sì, ok”.
Peccato che mentre mi slaccio i pantaloni ho un lampo, un attimo di terrore: invece dei soliti slip da battaglia indossavo il perizoma di pizzo nero e rosso delle grandi occasioni.
Non ho il coraggio di dire niente, non mi viene in mente nessuna scusa decente e quindi, sudando freddo, mi stendo sul lettino a pancia in giù e chiappe al vento. Cerco di tirare giù la maglia in tutti i modi, sperando che il medico non si sia accorto di nulla, mentre mi fa l’eco al polpaccio. Ma dal tono con cui mi parlava mi rendo conto che se la stava ridendo sotto i baffi alla grande.
Io, rossa come un peperone, mi alzo, mi rivesto e ritiro il referto senza neppure guardarlo in faccia.
Fuori il mio ragazzo che mi aspetta e vedendomi arrivare a tutta velocità chiede che cavolo sia successo.
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