Ci sono le due bare e mio fratello sbaglia clamorosamente la fila. Si mette vicino la bara di sinistra, commosso, si soffia il naso e resta lì.
Quando lo vedo, onde evitare figure del cavolo, lo raggiungo e senza dare particolarmente nell’occhio mi metto in direzione dell’altra bara e con una mano gli tiro il giaccone per farlo girare.
Lui mi guarda ma non comprende e, ancora commosso, mi dice: “Hai visto quanto è cambiata? non sembra nemmeno lei!”.
Da buona romana, a denti stretti stretti e sottovoce gli dico: “Mortacci tua, non è lei, è quest’altra!”.
In quel momento lui comprende e si gira.
Solo che quello scambio di parole ci ha fatto venire da ridere.
Restiamo ancora qualche secondo in piedi con le spallucce che iniziano a muoversi perché non riusciamo più a trattenerci e siamo dovuti uscire di corsa con i fazzoletti sul viso per coprirci.
Sono passati una decina di anni ma ricordiamo quell’episodio come uno dei più divertenti della storia della nostra famiglia.
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