Ma la storia triste prosegue.
Durante il giro di pattugliamento sulla volante della polizia, che era anche una cosa figa se vogliamo e anche i due poliziotti erano fighi, non riuscivo a godermi la situazione perché mi schiacciava il peso di quanto mi sentivo idiota.
Nel frattempo arriva una segnalazione da un’altra volante che sembrava avesse avvistato un ragazzo perfettamente corrispondente alla descrizione che io avevo fornito del mio rapinatore. Allora i poliziotti si galvanizzano tutti, dicono: “Dai che lo prendiamo”, e si lanciano in un inseguimento tipico.
Dopo credo neanche due minuti io con un filo di voce avviso che mi sta venendo da vomitare e non sapevo cosa fare, perché non avrei voluto interrompere questa importante azione di contrasto alla criminalità urbana ma stavo per sboccare come un idrante.
I poliziotti rallentano, l’azione va a vuoto (grazie a me, sempre sul pezzo), ci riaccompagnano a casa, mi guardano malissimo (altro mio sogno d’amore che si sgretola) dicendomi: “Potevi avvisarci prima che soffri il mal d’auto”.
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